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venerdì 8 aprile 2011

Prima puntata

Ho scritto 2 righe per dare un piccolo aggiornamento sulla situazione giapponese che sui quotidiani italiani non mi pare sia uscito. Come appena detto, è solo un aggiornamento quindi prendetelo come tale.

Nel reattore 1, all'interno del contenitore di cemento esterno al nocciolo, stanno iniettando dell'azoto per cercare di scongiurare eventuali ulteriori esplosioni possibili per la nuova formazione di idrogeno. All'interno del nocciolo infatti (il contenitore metallico in pressione in cui avviene la reazione nucleare) la temperatura il 6 aprile alle 12 era di 214° C. Il che significa che, non essendoci ancora un impianto di raffreddamento funzionante (e difficilmente ci sarà a breve visti i danni che le esplosioni hanno provocato alle strutture), la situazione non è esattamente sotto controllo. Il raffreddamento continua ad avvenire spruzzando acqua nell'edificio, sperando che una parte penetri nel contenitore di cemento e contribuisca a raffreddare il tutto.

Il reattore 2 (142 C° il 6 aprile alle 12) pare abbia subito un danno grave al nocciolo e pare che questo si sia fessurato. Ci sono alte probabilità che parte delle barre di carburante parzialmente fuse siano cadute all'interno dell'edificio di contenimento in cemento.

Se fosse confermato quanto sta accadendo al reattore 2, significherebbe che ci siamo giocati 2 delle 3 barriere che evitano che grandi quantità di materiale fortemente radioattivo vengano rilasciate nell'ambiente. Ripeto: "grandi quantità". E con questo si intende qualcosa di ben peggiore di quello che abbiamo visto fin'ora.

La prima barriera è un rivestimento in acciaio e zirconio che riveste e sigilla le suppostine di uranio (o del cosiddetto MOX, un composto contenente uranio e plutonio usato in parte nel reattore n.3). Questo, scaldandosi eccessivamente per la mancanza di raffreddamento, ha fatto sì che si generasse idrogeno (lo zirconio si scompone in acqua quando raggiunge temperature elevate e rilascia idrogeno) il quale, fatto volutamente fuoriuscire dal nocciolo per evitare danni peggiori, ha provocato le esplosioni che abbiamo visto. Ovviamente la temperatura elevata e la pressione eccessiva (in tutti e 3 i reattori l'acqua di raffreddamento al 6 aprile è dagli 1,5 agli 1,8 metri sotto la parte più alta, quindi per quel tratto le barre sono completamente prive di raffreddamento) hanno rovinato questi rivestimenti. Quindi l'uranio e i vari attinidi (molto più pericolosi del primo) sono fuoriusciti dalla prima barriera e sono finiti in contatto con le pareti di acciaio del nocciolo e con la poca acqua rimasta.
La seconda barriera è proprio il contenitore metallico, molto resistente, che contiene il carburante e l'acqua di raffreddamento, il cosiddetto nocciolo.
La terza è l'edificio in cemento che contiene a sua volta il nocciolo e che, a lungo andare, non è immune da danneggiamenti nel caso in cui un accumulo significativo di materiale molto caldo dovesse entrarci a contatto. Inoltre non è chiaro questa struttura in alcuni reattori non sia stata danneggiata dalle esplosioni di idrogeno. Probabilmente, per il reattore 2, qualche problema lo deve aver avuto. Si suppone infatti che sia questa la causa dell'allagamento del locale turbine con acqua mediamente radioattiva che poi si è in parte riversata in mare.

Le informazioni raccolte qui provengono da una serie di siti internet, alcuni di indubbio schieramento (pro-nucleare). Quindi direi che possono essere prese per buone, o comunque forniscono una visione edulcorata di quella reale. I due principali siti sono il blog del MIT del dipartimento di Ingegneria e scienze nucleari della famosa università di Boston http://mitnse.com/ ed il blog ANS Nuclear Cafe (http://ansnuclearcafe.org/fukushima), dell'American Nuclear Society che è un'organizzazione di tecnici e scienziati nucleari americani.

That's all folks.

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